Il tempo ha sempre un valore, e ha sempre un costo.
Ragioniamo su quanto tempo abbiamo e su come possiamo utilizzarlo al meglio.
Quante volte questo si traduce solo in “ottimizzare i tempi” e correre nella frenesia della vita quotidiana, del lavoro, degli appuntamenti incastrati ormai diventati abitudini?
Quante volte pensiamo che non abbia valore e rinunciamo alle opportunità di “sosta”?
Quante volte lo sprechiamo e non coltiviamo la nostra interiorità?
Quante volte posticipiamo gli affetti, dandoli per scontati e pensando che possano aspettare?
Attenzione, perchè in questo modo non stiamo vivendo.
Non ci stiamo occupando davvero delle cose più importanti della nostra vita.
Ci stiamo lasciando vivere dalle cose.
Stiamo rischiando che ciò che vale, ciò che ci costituisce, ciò che ci contraddistingue come individui si sgretoli e scivoli via come sabbia asciutta dalle nostre mani.
Noi non siamo solo lavoro, incombenze, scadenze, budget, consegne di materiale, incastri di orari.
Siamo soprattutto affettività, emozioni, sensazioni, crescita, evoluzione, compagnia, relazione, esempio, condivisione, cura, amore, sguardo verso se stessi e verso l’altro.
Il tempo è sempre nelle nostre mani.
Seneca diceva che il tempo è nostro nella misura in cui viviamo il tempo presente, dato che passato e presente non ci appartengono. Ma, nelle sue riflessioni, aggiungeva anche che saggio è tenere insieme tutti i diversi momenti, cosicché essi acquistino una continuità e una coerenza significativa: il passato e il futuro possono così essere riscattati nel presente. Il presente diventa in pratica il luogo di accumulazione del ricordo e dell’anticipazione; dà la possibilità di capire il passato e di dare direzione al futuro.
Il tempo va considerato come occasione per riscattare l’umanità di ognuno di noi: così va vissuto, affinchè sia pieno e fertile. Chiediamoci che “costo” ha il nostro tempo in termini di priorità, rinunce, gerarchie di valori… per aiutarci a tenere sempre ben presenti le cose a cui teniamo.
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